Molto spesso, quando si pensa all’intervento chirurgico, specialmente nel mio ambito, sentir dire “sfilare vene” può intimorire il paziente; e se fosse invece possibile ottenere lo stesso risultato con un intervento ambulatoriale senza ricorrere alla sala operatoria?
Per questo voglio rispondere ad alcune domande che mi vengono spesso poste.
Iniziamo però facendo un po’ di chiarezza.
COME SI FORMANO LE VENE VARICOSE?
Le vene tronculari (o varici) sono dilatazioni delle vene superficiali degli arti inferiori, consequenziali ad un precedente difetto circolatorio del circolo venoso, che presentano un rallentamento nel flusso ematico ed un ristagno di sangue. Detto in parole più semplici, durante il ritorno al cuore da parte del sangue presente all’interno delle nostre vene può presentarsi una disfunzione delle valvole a nido di rondine, queste valvole presenti nei nostri vasi venosi sono responsabili della spinta verticale del nostro sangue de-ossigenato in opposizione alla forza di gravità, se si presenta quindi una disfunzione, il sangue, non riuscendo ad essere spinto correttamente verso il cuore rimane intrappolato nella vena, aumentandone il diametro e/o formando nuove vene tramite il processo di angiogenesi. I fattori che possono far sviluppare le vene varicose sono:
Stasi, che ostacola il ritorno di sangue venoso verso l'alto;
Deficienza della pompa muscolare;
Alterazioni dell’appoggio plantare come l’alluce valgo, la pronazione o il piede cavo;
Lavoro in ortostatismo (stazione eretta) in ambiente caldo (che favorisce una dilatazione dei vasi);
Alterazioni delle vene presenti alla nascita (congenite);
Sesso (femminile prevalentemente).
I sintomi più comuni sono:
· prurito stanchezza;
· pesantezza;
· dolore;
· crampi nei casi più gravi, dove la patologia ha raggiunto uno stadio avanzato fino a raggiungere l’IVC (insufficienza venosa cronica).
CHE COS’È LA SCLEROMOUSSE?
La scleromousse è una schiuma derivata dal liquido sclerosante; la cui azione causa l’irritazione interna dei vasi varicosi e stimola le pareti degli stessi ad avviare il processo di fibrosi e quindi l’occlusione del vaso. L’applicazione successiva di una calza compressiva assicurerà poi che il processo fibrotico venga completato e che il vaso venga occluso completamente.
COME VIENE ESEGUITA?
La terapia viene sempre preceduta da un controllo diagnostico che valuta la gravità e l’evolversi della condizione venosa degli arti inferiori del paziente, in seguito viene consigliata la specifica calza di compressione adatta al tipo di trattamento. Nella seduta, vengono individuati i più efficaci e sicuri punti di iniezione tramite l’ausilio dell’ecocolordoppler per l’individuazione ecografica del vaso, dopodiché si prepara il paziente all’infusione con l’uso di appositi aghi (venflon o butterfly). Lo specialista, quindi, inietta la schiuma all’interno della vena per indurre la fibrosi delle pareti del vaso; controllando tramite ecografia che il tutto venga eseguito con la giusta precisione ed efficacia. Il paziente, viene dunque fasciato e vestito della calza compressiva.
Dopo un paio di visite di controllo, a distanza di settimane prima, e di mesi poi, la vena sarà totalmente occlusa e si eviterà di rivolgersi al trattamento chirurgico tradizionale.
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